Partenza.
E pensò che una volta in quella piazza si sentiva odore di benzina e piscio e che in qualche modo faceva compagnia. Ora erano vietate le auto, fumare, e tra poco lo sarebbe stato anche pisciare.
Si svegliò battendo la testa contro il sedile di fronte. Aveva dimenticato di allacciarsi le cinture e l'appoggio del tram sul selciato all'arresto è sempre un po' brusco. "Sono riusciti a far volare questi cosi, non sarebbe stato male riuscire a farli anche atterrare..." borbottò tra sé e sé massaggiandosi la fronte. Poi all'improvviso portò la mano al fianco sospendendo il fiato e si rassicurò di avere la valigetta nera ancora attaccata al polso. Tirò un sospiro di sollievo, si stropicciò gli occhi con le dita e poi guardò fuori rimanendo seduto stancamente. Era ancora notte e nella piazza della stazione non c'era nessuno, se non uno spazzino che spostava le foglie con un getto d'acqua. Lui amava la mattina. C'è una strana energia nella mattina. "Un'energia silenziosa" diceva sua mamma parlandogli delle mattine che non aveva mai visto. O almeno così si ricordava dai racconti durante le lunghe notti. Di quei momenti ricordava solo la voce. Che sembrava squarciare la paura di quelle notti così buie e lunghe. Senza fine. "Questa volta però il sole sorgerà..." si trovò a pensare. "Signore...? Siamo arrivati..." Walter si girò di scatto e sorprese il conducente ad osservarlo in modo sospettoso appoggiato alle porte di uscita. "Sì, lo so. Mi scusi, mi ero addormentato..." si giustificò Walter facendo per alzarsi. Notò però da sotto le falde del cappello che il controllore era ancora lì e teneva una mano sul fianco. Walter allora si fermò a guardarlo severo. "Se vuole può controllare, sono della FederPol." Il controllore continuò a guardarlo poco convinto. "Va bene, allora" Walter si sfiorò la tempia. E dopo qualche secondo ricominciò con un tono perentorio "Allora Marcus, lasciami passare." Il conducente spalancò gli occhi. "Come sapete il mio..." chiese tremando il controllore. "...nome?" continuò Walter. "Sono della FederPol, mi pareva di averlo già detto..." "Sì signore...mi scusi" disse facendosi da parte il conducente.
Walter scese le scalette e si soffermò davanti a Marcus che non aveva il coraggio di guardarlo negli occhi. "Hai una sigaretta?" chiese gentile a Marcus. "No signore, sono vietate. "Sì questo lo so anche io. Ma so anche che in tasca hai un pacchetto di contrabbando." Marcus alzò lo sguardo, forse per cercare di capie se il poliziotto gli stesse tendendo una trappola. "No, Marcus, nessuna trappola. Ho solo bisogno di fumare, ho un lungo viaggio davanti...non voglio sapere dove le hai prese..." Marcus portò una mano ad una tasca e senza dare troppo nell'occhio allungò una sigaretta al poliziotto. Walter la prese tranquillamente fissandolo. "...per ora". concluse Walter. Marcus fece una faccia di disapprovazione mentre il poliziotto sorrideva sotto il suo cappello. Walter accese la sigaretta e fece una profonda inspirazione per poi buttare fuori il fumo con aria quasi estasiata, quasi non sentisse quel gusto da anni. Poi guardò la sigaretta felice e salutò il conducente. "Stavo scherzando Marcus. Smetti se puoi...Buona notte.", disse accennando un saluto ed allontanandosi verso la stazione. Prima di lanciare il passo guardò per un attimo quel tram. E pensò che una volta in quella piazza si sentiva odore di benzina e piscio e che in qualche modo faceva compagnia. Ora erano vietate le auto, fumare, e tra poco lo sarebbe stato anche pisciare.