Treno.
"Mi spiace ma lei non può rimanere qui". Walter si svegliò con queste parole. Istintivamente portò la mano al fianco dove teneva la pistola. Era tutto tranquillo. La sua valigetta era lì.
"Walter, è pronto a tavola...". La voce della madre gli arrivò dritta alle orecchie e gli scaldò il cuore. Le mancava. Le mancava da morire ma non si mosse, non seguì la voce della madre.
Se ne stava lì a sentire l'odore dei panni puliti. Quelli che sua madre appendeva ai fili dello stendi panni del cortile interno della loro casa di ringhiera che la guerra civile avrebbe spazzato via.
Se ne stava lì e respirava l'odore dei panni. Aggrappato a quel profumo come un ricordo prezioso.
Poi si girò a guardare verso la madre che continuava a chiamare.
Ma per quanto si sforzasse non riusciva a ricordare il suo viso.
"Mi spiace ma lei non può rimanere qui". Walter si svegliò con queste parole. Istintivamente portò la mano al fianco dove teneva la pistola. Era tutto tranquillo. La sua valigetta era lì.
"Il treno è in mezzo al niente, mi dice dove...". "Questo non è un problema nostro Signore, lei deve scendere dal treno...". Walter sporse la testa dal suo sedile. Il controllore era in piedi davanti ad uomo dall’aspetto forte e umile al contempo.
"Devo tornare nella Federazione del Sole”. "Lo capisco, ma lei non ha l'autorizzazione di viaggiare oltre la barriera". "Come posso fare?" "Non c'è nulla da fare. Torni in consolato e si faccia autorizzare. La posso lasciare qui e la faccio accompagnare alla città più vicina e può rivolgersi al distaccamento di rappresentanza del Sole." Il che voleva dire fermo. Domande. E Dio solo sa cos'altro.
L'uomo aveva gli occhi nero corvino. Di quegli occhi schietti e intensi. E felici. Alle volte quello che ti manca lo vedi negli occhi degli atri. Forse fu per questo che Walter saltò in piedi. "Lui è con me, ci penso io".
Il controllore si girò di spalle a guardare Walter avvicinarsi lento e con il volto severo. L’uomo lo guardava con aria interrogativa. "E' con me non si preoccupi...". "E' con lei in che senso...lei è...?". Walter non poteva rivelare la sua identità una volta lasciata la città. Ma aveva una buona copertura. “Sono un ingegnere del Ministero, quest’uomo è con me, mi serve come guida nella Federazione del Sole”.
Il controllore lo guardò con aria sospettosa. “Mi dia il braccio”. Walter alzò gli occhi ma espose comunque il polso. Il controllore passò il lettore. “Bene Signore. Spero che quest’uomo faccia il suo dovere. Sappia che però dovrò segnalare il fatto...” Walter accennò un sorriso di circostanza e il controllore si allontanò.
L’uomo continuava a fissare Walter con aria interrogativa. "A cosa devo il suo aiuto?" Walter negli effetti non sapeva come spiegare il suo gesto. "Le auguro buon viaggio Signore“, si congedò e tornò al suo posto.